VENERDÌ
15 NOVEMBRE, 2019
ore 21,00
TEATRO NUOVO
SPOLETO (PG)
INTERO A PARTIRE DA €15
RIDOTTO A PARTIRE DA €12
JAVIER GIROTTO • sassofoni e percussioni
NATALIO MANGALAVITE • pianoforte
LUCA BULGARELLI • basso
LORENZO TUCCI • batteria
BRUNO MARCOZZI • percussioni
Creato in occasione di un’edizione del “Brianza Open Jazz Festival”, l’ensemble “latin mood” è un sestetto che si avvale di due autentici leader: il torinese Fabrizio Bosso e l’argentino, ma italiano d’adozione, Javier Girotto.
S’incontrano così, nel terreno fertile dell’improvvisazione e del jazz, estetiche apparentemente lontane: l’hard bop di cui Bosso è interprete di primissimo ordine e le atmosfere latine e le ritmiche sudamericane di Girotto. In realtà entrambi gli artisti hanno spesso dimostrato affinità e interessi nei reciproci ambiti musicali, riuscendo a realizzare e ad esprimere, proprio all’interno di questa formazione, una sintesi sonora completa che mescola abilmente linguaggi sonori differenti. Il frutto di questa collaborazione si è concretizzato in più di un lavoro discografico, da “Sol” (addirittura impreziosito dalla presenza di Raul Midón) all’ultimo “Vamos”. Musica coinvolgente, a tratti ballabile, da cui si viene presto contagiati e di cui è facile innamorarsi. Sono contemplati brani originali firmati da Javier Girotto, Natalio Mangalavite e Fabrizio Bosso. Al basso elettrico c’è Luca Bulgarelli; completano l’organico Lorenzo Tucci alla batteria e Bruno Marcozzi alle percussioni.
La qualità e il livello degli interpreti è fuori discussione, sia che ci si trovi di fronte al clima suggerito da Bosso o alle atmosfere tipiche di Girotto, la creativa tribù funziona a meraviglia: è un eccellente ensemble formato da ottimi solisti. Struggenti sono gli assolo dei due fiati, ma incredibile è anche l’energia e il divertimento che permea l’intero lavoro e ancor di più il trascinante set dal vivo.
In corso d’opera gli scenari si moltiplicano e trovano spazio forme e generi proprie della tradizione musicale argentina: tango, milonga, chacarera e candombe. Nessun esotismo è gratuito: tutte le ritmiche risplendono in chiave jazzistica, vivificate dall’intervento colmo di amore e curiosità per un idioma, quello latino, che da sempre qualifica l’arte dei protagonisti di questo concerto.