GIOVEDì
05 FEBBRAIO 2015
ore 21:00
AUDITORIUM GAZZOLI
TERNI
INTERO € 16,00
RIDOTTO € 14,00
CHARLES PASI, voce e armonica
JOSEPH CHAMPAGNON, chitarre
JOSÉ RAMON CABRERA, tastiere
SÉBASTIEN LEVANNEUR, basso
FRANCIS ARNAUD, batteria
Da quando ha iniziato a cantare, Charles Pasi ha percorso molte strade, in studio e sul palcoscenico. Ha collaborato con artisti come Maceo Parker, Ben Harper, Jeff Beck, Jack Johnson, Bertignac, Zaz, Grand Corps Malade, Jean-Louis Aubert e Carla Bruni. Ha partecipato alla realizzazione delle colonne sonore di Louis Garrel e dei film di Valeria Bruni Tedeschi. Ha anche doppiato Kad Merad con un’armonica in una scena cult del film Mais Qui A Retué Pamela Rose? Il suo curriculum non si ferma qui. Comprende che la fama è un fattore positivo e non uno scopo. Una conferma che il percorso intrapreso è quello giusto. È un cantautore, musicista, strumentista e fa tutto alla perfezione. Non ha frontiere, esplora, va alla scoperta! Come risultato, produce il terzo album, Sometimes Awake (titolo ispirato da un racconto breve di Faulkner), disponibile da ottobre 2014. Il suo stile si è evoluto, le canzoni rivelano ancora una volta la sua originalità, il suo modo di trasfigurare qualsiasi cosa, che si tratti di blues, di soul, di musica afroamericana, di musica classica. Charles sperimenta, prova cose che gli somigliano: profondità, sensualità, libertà. “Quando compongo, il processo è molto visivo. La mia musica è una sorta di colonna sonora della mia vita. Come un diario, quello che non ho mai scritto”. Ed è esattamente così. Quando si ascolta la musica di Charles Pasi, è facile capire che deve molto a film e letteratura. Nel frattempo, Sometimes Awake, se chiudi gli occhi, vedi! Uomini, storie, sentimenti, ritmi, tutto vive e tutto respira. Questo terzo album segna un’altra svolta nella sua carriera: Charles lavora per la prima volta con un direttore d’orchestra, Jean-Philippe Verdin (più noto come Readymade FC quando registra la sua musica elettronica). “L’ho scelto per le sue ampie influenze, che vanno dalla musica jazz a quella minimalista. E perché ha capito quello che volevo. Ad esempio, su questo album c’è del sampling. È quello che volevo, ma volevo che fosse inserito in modo intelligente. Non solo suoni moderni per sembrare moderni (sorride). Questi sample sono musicali, vivono con il testo. È quasi neobarocco, con tutte le mie influenze, e gli arrangiamenti sono più ricchi. Ci sono anche ottoni… Ho veramente pensato a questo album come a un film”. Quale film? La risposta è immediata: “Un film schizofrenico dove si passa dalle risate alle lacrime, dalla leggerezza a temi più seri che mi hanno toccato”. Un album sulla vita, fondamentalmente. Una vita lontana dai problemi sciocchi, dalla fretta, dalla cecità e dall’inganno. Charles Pasi ama sognare, dormire, scrivere a letto, prendersi il suo tempo, fare e rifare ancora, è nostalgico di un tempo che non ha mai conosciuto, che forse è il motivo per cui le sue canzoni hanno un carattere così sognatore, quella magia che si percepisce, presente, determinante. Forse, Charles non ha mai vissuto nel Rinascimento, negli anni Sessanta o nel futuro, ma sa che si muove lungo la stessa linea del tempo, quel tempo, per chi è sensibile alla bellezza, che può contrarsi. È il cuore di un mondo a cui appartiene e a cui ogni persona può decidere di unirsi. Charles continua il suo viaggio, quello dello straniero alla fine della strada. Dove tutto è ancora possibile. Il mondo gli appartiene…