Daniele Formica &
Rita Marcotulli
"Le città invisibili"

GIOVEDì 25 GENNAIO 2007
ORE 21:00
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GIOVEDì
25 GENNAIO 2007
ore 21:00

AUDITORIUM GAZZOLI –
TERNI

 

DANIELE FORMICA, voce narrante
RITA MARCOTULLI, pianoforte

Daniele Formica e Rita Marcotulli, con questo omaggio a Italo Calvino, offrono la loro originale rilettura di una delle sue opere più note. Dal romanzo calviniano, pubblicato nel 1972, i due artisti estrapolano alcuni capitoli, motivo di particolare ispirazione: dando così origine a un nuovo percorso – quasi impressionista – fra le città descritte nel romanzo da Marco Polo a Kublai Kahn. Il testo letterario acquista una nuova dimensione grazie all’intervento del pianoforte. Rita Marcotulli interagisce sullo stesso piano della parola declamata da Daniele Formica: introducendo i capitoli, facendone da epilogo, sostenendo e contrappuntandone la lettura. La maggior parte delle composizioni eseguite è stata espressamente composta per l’occasione, ma dal più recente repertorio di Rita Marcotulli (l’album per piano solo The Light Side of the Moon) è tratto anche un brano dalla singolare analogia nel titolo: La strada invisibile.

DANIELE FORMICA

Nasce a Drogheda, in Irlanda, nel 1949; conduce i suoi studi presso il Trinity College di Dublino. Il suo debutto teatrale avviene nel ‘70, con Rebelais di J.L. Barrault. La sua carriera artistica assume sin dall’inizio un carattere internazionale, toccando la Francia, l’Inghilterra e, naturalmente, l’Italia. Interprete, autore e regista, lavora per il teatro, la televisione e il cinema. Il suo curriculum artistico è vasto e spazia da Goldoni a Pirandello, da Dostoevskij a Beckett (a Spoleto nel ‘77 in prima mondiale 3 monologhi per la regia di Romolo Valli). Numerose le sue partecipazioni, regie e produzioni: X-Rated (A luce rossa), Comic shop, Formicando all’improvviso nei dintorni del Duemila, Tutto Shakespeare minuto per minuto, Quando la moglie è in vacanza. In televisione partecipa a La carretta dei comici, di e con Peppino de Filippo, per la regia di Camilleri; è protagonista di Ella s’umilia per vincere, di Congreve diretto da Landi; interpreta Macduff in Macbeth di Shakespeare con la regia di Missiroli; Dal primo momento che ti ho vista, di Castellano & Pipolo; Di sopra una notte; Il barone e il servitore; Il naso del notaio; Il fiammifero svedese, di Gorkij. Ancora in televisione: A tutto gag, Melodramma, Non Necessariamente…, Lulù, Senza Rete, Un altro varietà, Cinema che follia, Il Formicaio, Linda e il Brigadiere, Paperissima ’98. Tra le più recenti apparizioni cinematografiche: Stelle di cartone, di F. Anzalone; Uno a me, uno a te e uno a Raffaele, di Jon Jost; Carogne, di E. Caria; Intolerance (episodio: Self Service, di M. Cirino); Dio c’è, di A. Arciero. L’ultimo spettacolo teatrale appena realizzato è Erratic (Save Your Name, Son!) viaggio personale alla ricerca del proprio “imprinting” con la collaborazione fondamentale, guarda caso, di Rita Marcotulli!

RITA MARCOTULLI

Nasce a Roma nel ‘59. Fin dalla più tenera età viene avviata allo studio del pianoforte presso il Conservatorio di “S. Cecilia” a Roma. Dopo una curiosità iniziale per i ritmi sudamericani, in particolare per la musica brasiliana, verso i 20 anni comincia ad avvicinarsi al mondo del jazz… ed è subito successo. La sua carriera è subito travolgente, e dall’inizio degli anni ’80 ha la fortuna di poter collaborare con il “gotha” del jazz europeo: Chet Baker, John Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Pat Metheny, Steve Grossman, Joe Henderson, Joe Lovano, Charlie Mariano, Michel Portal, Enrico Rava, Michel Bénita, Aldo Romano, Kenny Wheeler. Già nell’87, un referendum indetto dalla rivista “Musica Jazz” la classifica come miglior nuovo talento musicale dell’anno. Dal ‘88 al ‘90 fa parte della band di Billy Cobham. Nel ‘88 lascia anche l’Italia per la Svezia, ove resterà fino al ‘92. Tra il ‘94 e il ’96, collabora con Pino Daniele, e poi con Roberto Gatto, Bob Moses, Charlie Mariano, Marilyn Mazur. Da 8 anni a questa parte, accompagna Dewey Redman in tutti i suoi concerti. L’intimità della sua musica, la sua grande profondità, i suoi arrangiamenti delicati, che sanno sottolineare la singola nota e amplificarne la carica emotiva, le permettono di spaziare e di cercare interconnessioni con le altre forme artistiche, specialmente con il cinema, per il quale ha elaborato diverse composizioni: “…la mia musica ha evidentemente subito l’influenza di numerosi grandi musicisti: Thelonious Monk, Elis Regina, Bill Evans, John Coltrane, per citarne solo alcuni”. Ma, oltre alle influenze sonore, le sue composizioni nascono anche dall’incontro con altre esperienze artistiche, letterarie, visive, e, naturalmente, cinematografiche.