Fabrizio Bosso & Javier Girotto
"Latin Mood"

GIOVEDì 09 FEBBRAIO 2012
ORE 21:00
Acquista Biglietti

GIOVEDì
09 FEBBRAIO 2012
ore 21:00

AUDITORIUM GAZZOLI –
TERNI

 

FABRIZIO BOSSO, tromba e flicorno
JAVIER GIROTTO, sassofoni e percussioni
NATALIO MANGALAVITE, pianoforte e voce
LUCA BULGARELLI, basso elettrico
LORENZO TUCCI, batteria
BRUNO MARCOZZI, percussioni

       

Gli astronomi hanno scoperto un sestetto di stelle di rara bellezza, nascoste dietro un apparentemente minuscolo punto di luce. Messo in piedi in occasione di un’edizione del “Brianza Open Jazz Festival”, l’ensemble “Latin Mood” si avvale di due figure leader: da un lato il torinese Fabrizio Bosso, dall’altro l’argentino, ma italiano d’adozione, Javier Girotto. S’incontrano così, nel terreno fertile dell’improvvisazione e del jazz, estetiche apparentemente lontane: l’hard bop di cui Bosso è alfiere indiscusso e le atmosfere latine e le ritmiche sudamericane di Girotto. In realtà ognuno di loro ha spesso dimostrato affinità e interessi nell’ambito espressivo dell’altro, riuscendo a esprimere, all’interno di questa formazione, una sintesi sonora completa che mescola abilmente linguaggi sonori differenti. Il frutto di questa collaborazione si è concretizzato in un esordio discografico, sottoscritto dalla Blue Note Italia, dal titolo “Sol” (addirittura impreziosito dalla presenza di Raul Midón). Musica coinvolgente, a tratti ballabile, da cui si viene presto contagiati e di cui è facile innamorarsi. Brani originali firmati da Javier Girotto, Natalio Mangalavite e Fabrizio Bosso. Al basso elettrico c’è Luca Bulgarelli; completano l’organico la batteria di Lorenzo Tucci e le percussioni di Bruno Marcozzi. La formazione è dunque di prima qualità: ci sia da inventare o da assecondare il clima suggerito di volta in volta da Bosso o da Girotto, la creativa tribù funziona a meraviglia: è un eccellente combo formato da ottimi solisti.
Struggenti gli assolo dei due fiati, ma incredibile è anche l’energia e il divertimento che permea l’intero lavoro e ancor di più il trascinante set dal vivo. In corso d’opera gli scenari si moltiplicano e trovano spazio tango, milonga, chacarera e candombe. Nessun esotismo è gratuito: tutte le ritmiche risplendono in chiave jazzistica, vivificate dall’intervento colmo di amore e curiosità per un idioma, quello latino, che da sempre qualifica l’arte dei protagonisti di questo concerto. Di prossima uscita il nuovo disco del sestetto: “Vamos”.

FABRIZIO BOSSO

Ha iniziato a suonare la tromba a 5 anni. A 15 era già diplomato al conservatorio G. Verdi di Torino. Coltivando di continuo gli interessi per la musica di estrazione colta si è accostato al jazz. Un richiamo forte, suadente, a cui il torinese non ha saputo reagire. Tecnicamente impeccabile, ciò che più colpisce di Fabrizio è la creazione di una grafia personale, in cui il colore e la dinamica del suono non sono mai scontati, il senso dello swing è spinto agli eccessi, la tensione creativa è costante anche nell’interpretazione di standard. Oltre ad aver svolto attività concertistica sotto la direzione di George Russell, Mike Gibbs, Kenny Wheeler, Dave Liebman, Carla Bley e Steve Coleman, è stato anche reclutato da Charlie Haden per alcune tappe del tour di un album della Liberation Music Orchestra. Nel 1999 viene votato come Miglior nuovo talento del jazz italiano dal referendum della rivista Musica Jazz, e negli anni .collabora stabilmente nei gruppi di Salvatore Bonafede, Giovanni Mazzarino ed Enrico Pieranunzi Sono proprio gli ultimi anni a incoronare Fabrizio come uno dei più grandi musicisti italiani. Dapprima il successo nel 2007 di quello che è considerato il suo esordio da leader per la casa discografica importante, la Blue Note / Emi Italia, “You’ve Changed”, realizzato con il suo quartetto stabile e un’orchestra di tredici archi, la Bim String Orchestra diretta da Paolo Silvestri. Inoltre la partecipazione al successo di “Trouble Shootin’”, bel disco di Stefano Di Battista .con il quale ha realizzato importanti tournée in Europa. Nel 2008 invece, oltre a “Five Four Fun” degli High Five, Fabrizio ha pubblicato “Sol!” con il Latin Mood composto da Javier Girotto (co-leader), Natalio Mangalavite, Marco Siniscalco e Luca Bulgarelli, Lorenzo Tucci, Bruno Marcozzi, più l’ospite special Raul Midón. E, sempre nello stesso anno, il funanbolico duo con Antonello Salis per la Parco della Musica Records: “Stunt”, che gli è valso la vittoria del Top Jazz come Miglior disco del 2009 e anche come Miglior trombettista dell’anno. Ha partecipato inoltre al progetto inedito, realizzato da Roberto Gatto e dedicato al rock progressivo, inciso anche per la serie Jazz Italiano Live 2008 del La Casa del Jazz / L’Espresso ed è presente anche in un altro progetto realizzato nella stessa collana, “Omaggio a Fabrizio De André. Nel 2009, dopo un’apparizione in qualità di ospite speciale al Festival di Sanremo, (cui aveva già partecipato la precedente edizione con Sergio Cammariere) al fianco della giovane promessa Simona Molinari, ha partecipato al progetto “About a Silent Way” di Maurizio Martusciello con Francesco Bearzatti, Eivind Aarset e Aldo Vigorito, pubblicato prima in allegato a Musica Jazz per celebrare i 40 anni dell’opera di Miles Davis e poi uscito per la casa discografica Itinera. È parte del quartetto Complete Communion di Aldo Romano, con Henri Texier e Geraldine Laurent, progetto dedicato alla figura di Don Cherry. I cinque hanno registrato all’inzio del 2010 il primo album per Dreyfus.

JAVIER GIROTTO

Javier Edgardo Girotto nasce a Cordoba nel 1965. Si avvicina alla musica grazie al nonno materno A. L. Caroli. Studia al Conservatorio Provincial De Cordoba e al Berklee College of Music, dove si diploma cum magna laude. A 25 anni si trasferisce nel nostro paese e per intraprendere la sua carriera professionale di musicista. Dà vita e anima a numerose formazioni jazz, particolarmente sensibili agli influssi latini: su tutte citiamo ancora gli Aires Tango, con i quali incide ben 7 dischi, gemme di un percorso in cui Girotto è stato accompagnato sempre dal plauso incondizionato del pubblico e della critica. Infinite sono inoltre sue le collaborazioni: da Enrico Rava a Roberto Gatto, dal trombonista Gianluca Petrella alla pianista Rita Marcotulli, ma anche Bob Mintzer, Randy Brecker, Danilo Perez, Paolo Fresu, Furio di Castri, Bill Pierce, Tony Scott, Bob Moses, Danilo Rea, Maurizio Giammarco, Toni Servillo, Mercedes Sosa, Natalio Mangalavite, Dado Moroni, Stefano Bollani, Michele Rabbia, Nicola Piovani ecc…

Fabrizio Bosso & Javier Girotto
"Latin Mood"

GIOVEDì 09 FEBBRAIO 2012
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TERNI

 

FABRIZIO BOSSO, tromba e flicorno
JAVIER GIROTTO, sassofoni e percussioni
NATALIO MANGALAVITE, pianoforte e voce
LUCA BULGARELLI, basso elettrico
LORENZO TUCCI, batteria
BRUNO MARCOZZI, percussioni

       

Gli astronomi hanno scoperto un sestetto di stelle di rara bellezza, nascoste dietro un apparentemente minuscolo punto di luce. Messo in piedi in occasione di un’edizione del “Brianza Open Jazz Festival”, l’ensemble “Latin Mood” si avvale di due figure leader: da un lato il torinese Fabrizio Bosso, dall’altro l’argentino, ma italiano d’adozione, Javier Girotto. S’incontrano così, nel terreno fertile dell’improvvisazione e del jazz, estetiche apparentemente lontane: l’hard bop di cui Bosso è alfiere indiscusso e le atmosfere latine e le ritmiche sudamericane di Girotto. In realtà ognuno di loro ha spesso dimostrato affinità e interessi nell’ambito espressivo dell’altro, riuscendo a esprimere, all’interno di questa formazione, una sintesi sonora completa che mescola abilmente linguaggi sonori differenti. Il frutto di questa collaborazione si è concretizzato in un esordio discografico, sottoscritto dalla Blue Note Italia, dal titolo “Sol” (addirittura impreziosito dalla presenza di Raul Midón). Musica coinvolgente, a tratti ballabile, da cui si viene presto contagiati e di cui è facile innamorarsi. Brani originali firmati da Javier Girotto, Natalio Mangalavite e Fabrizio Bosso. Al basso elettrico c’è Luca Bulgarelli; completano l’organico la batteria di Lorenzo Tucci e le percussioni di Bruno Marcozzi. La formazione è dunque di prima qualità: ci sia da inventare o da assecondare il clima suggerito di volta in volta da Bosso o da Girotto, la creativa tribù funziona a meraviglia: è un eccellente combo formato da ottimi solisti.
Struggenti gli assolo dei due fiati, ma incredibile è anche l’energia e il divertimento che permea l’intero lavoro e ancor di più il trascinante set dal vivo. In corso d’opera gli scenari si moltiplicano e trovano spazio tango, milonga, chacarera e candombe. Nessun esotismo è gratuito: tutte le ritmiche risplendono in chiave jazzistica, vivificate dall’intervento colmo di amore e curiosità per un idioma, quello latino, che da sempre qualifica l’arte dei protagonisti di questo concerto. Di prossima uscita il nuovo disco del sestetto: “Vamos”.

FABRIZIO BOSSO

Ha iniziato a suonare la tromba a 5 anni. A 15 era già diplomato al conservatorio G. Verdi di Torino. Coltivando di continuo gli interessi per la musica di estrazione colta si è accostato al jazz. Un richiamo forte, suadente, a cui il torinese non ha saputo reagire. Tecnicamente impeccabile, ciò che più colpisce di Fabrizio è la creazione di una grafia personale, in cui il colore e la dinamica del suono non sono mai scontati, il senso dello swing è spinto agli eccessi, la tensione creativa è costante anche nell’interpretazione di standard. Oltre ad aver svolto attività concertistica sotto la direzione di George Russell, Mike Gibbs, Kenny Wheeler, Dave Liebman, Carla Bley e Steve Coleman, è stato anche reclutato da Charlie Haden per alcune tappe del tour di un album della Liberation Music Orchestra. Nel 1999 viene votato come Miglior nuovo talento del jazz italiano dal referendum della rivista Musica Jazz, e negli anni .collabora stabilmente nei gruppi di Salvatore Bonafede, Giovanni Mazzarino ed Enrico Pieranunzi Sono proprio gli ultimi anni a incoronare Fabrizio come uno dei più grandi musicisti italiani. Dapprima il successo nel 2007 di quello che è considerato il suo esordio da leader per la casa discografica importante, la Blue Note / Emi Italia, “You’ve Changed”, realizzato con il suo quartetto stabile e un’orchestra di tredici archi, la Bim String Orchestra diretta da Paolo Silvestri. Inoltre la partecipazione al successo di “Trouble Shootin’”, bel disco di Stefano Di Battista .con il quale ha realizzato importanti tournée in Europa. Nel 2008 invece, oltre a “Five Four Fun” degli High Five, Fabrizio ha pubblicato “Sol!” con il Latin Mood composto da Javier Girotto (co-leader), Natalio Mangalavite, Marco Siniscalco e Luca Bulgarelli, Lorenzo Tucci, Bruno Marcozzi, più l’ospite special Raul Midón. E, sempre nello stesso anno, il funanbolico duo con Antonello Salis per la Parco della Musica Records: “Stunt”, che gli è valso la vittoria del Top Jazz come Miglior disco del 2009 e anche come Miglior trombettista dell’anno. Ha partecipato inoltre al progetto inedito, realizzato da Roberto Gatto e dedicato al rock progressivo, inciso anche per la serie Jazz Italiano Live 2008 del La Casa del Jazz / L’Espresso ed è presente anche in un altro progetto realizzato nella stessa collana, “Omaggio a Fabrizio De André. Nel 2009, dopo un’apparizione in qualità di ospite speciale al Festival di Sanremo, (cui aveva già partecipato la precedente edizione con Sergio Cammariere) al fianco della giovane promessa Simona Molinari, ha partecipato al progetto “About a Silent Way” di Maurizio Martusciello con Francesco Bearzatti, Eivind Aarset e Aldo Vigorito, pubblicato prima in allegato a Musica Jazz per celebrare i 40 anni dell’opera di Miles Davis e poi uscito per la casa discografica Itinera. È parte del quartetto Complete Communion di Aldo Romano, con Henri Texier e Geraldine Laurent, progetto dedicato alla figura di Don Cherry. I cinque hanno registrato all’inzio del 2010 il primo album per Dreyfus.

JAVIER GIROTTO

Javier Edgardo Girotto nasce a Cordoba nel 1965. Si avvicina alla musica grazie al nonno materno A. L. Caroli. Studia al Conservatorio Provincial De Cordoba e al Berklee College of Music, dove si diploma cum magna laude. A 25 anni si trasferisce nel nostro paese e per intraprendere la sua carriera professionale di musicista. Dà vita e anima a numerose formazioni jazz, particolarmente sensibili agli influssi latini: su tutte citiamo ancora gli Aires Tango, con i quali incide ben 7 dischi, gemme di un percorso in cui Girotto è stato accompagnato sempre dal plauso incondizionato del pubblico e della critica. Infinite sono inoltre sue le collaborazioni: da Enrico Rava a Roberto Gatto, dal trombonista Gianluca Petrella alla pianista Rita Marcotulli, ma anche Bob Mintzer, Randy Brecker, Danilo Perez, Paolo Fresu, Furio di Castri, Bill Pierce, Tony Scott, Bob Moses, Danilo Rea, Maurizio Giammarco, Toni Servillo, Mercedes Sosa, Natalio Mangalavite, Dado Moroni, Stefano Bollani, Michele Rabbia, Nicola Piovani ecc…